Rassegna bibliografica

Vol. 104, N° 1, Gennaio - Febbraio 2013

Accesso inadeguato alle risorse diagnostiche: un caso di polmonite da ipersensibilità non riconosciuta


Riassunto

Obiettivo: La polmonite da ipersensibilità (HP) spesso sfugge alla diagnosi a causa della sua incidenza relativamente bassa nella popolazione generale ed è spesso confusa con infezioni respiratorie o malattie interstiziali idiopatiche del polmone. Metodo: Tramite l’analisi di un caso paradigmatico di HP, nel quale è stato effettuato solo il trattamento sintomatico, giungiamo alla considerazione che limitare il processo diagnostico alla diagnosi generica, senza identificare l’agente eziologico, rende impossibile evitare l’esposizione, impedisce l’indennizzo del lavoratore e peggiora sensibilmente l’evoluzione della malattia. Risultati: Nel 1981, una impiegata ventottenne precedentemente in buona salute sviluppa una sintomatologia respiratoria che viene interpretata come asma bronchiale estrinseco e trattata con corticosteroidi e broncodilatatori. Nessun test immunologico né alcuna indagine ambientale viene eseguita fino al 2008, quando la ricerca delle precipitine risulta positiva per Thermoactynomyces vulgaris, che aveva probabilmente contaminato l’impianto centralizzato di aria condizionata. Conclusioni: La diagnosi di HP non può sfuggire se nella diagnosi differenziale dei pazienti con problemi respiratori si tiene conto di tutte le possibili cause professionali e ambientali. Questo approccio fornisce un migliore trattamento clinico della condizione morbosa e consente di mettere in atto la prevenzione primaria. Evitare di prescrivere i test diagnostici meno comuni e non facilmente accessibili costituisce un razionamento implicito delle risorse sanitarie, che riduce l’autonomia del paziente e il beneficio delle cure.

Keywords

aria condizionata, Polmonite da ipersensibilità, rischio biologico