Tavolo Tecnico Allegato 3B: la posizione di Anma

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Oggi 3 marzo, si svolge a Roma una riunione del Tavolo Tecnico su All. 3B: pubblichiamo la posizione di Anma che sarà lasciata agli atti.

Egregi Signori,

in merito all’ordine del giorno 3 marzo 2014 ci permettiamo di richiamare la posizione sulla collaborazione tra il medico competente ed il servizio sanitario nazionale che l’ANMA ha reso pubblica fin dai tempi della discussione del Testo Unico. Essa è cosi sintetizzabile: in un quadro di progressiva riduzione delle risorse disponibili, il medico competente può essere, a sua volta, una “risorsa” per l’ottimizzazione sui versanti pubblico e privato della catena di azioni volte a realizzare la tutela e la promozione della salute del cittadino-lavoratore.

Pertanto, al di là della discussione sul ruolo “pubblico o pubblicistico” del  medico competente, consideriamo l’articolo 40 come l’occasione per una concreta sinergia finalizzata a realizzare un approccio integrato di fronte alle crescenti aspettative di tutela e promozione della salute.

Alla luce degli eventi che si sono succeduti in questi anni e considerati i contenuti che hanno caratterizzato la discussione anche su questo tavolo tecnico, riteniamo che questa occasione sia stata finora perduta.

Dello “schema” di Allegato 3B predisposto nel 2009 dal Coordinamento Tecnico delle Regioni, criticammo e continuiamo a criticare l’ambiguità e l’incoerenza rispetto all’obiettivo epidemiologico dichiarato nella relazione di accompagnamento per la realizzazione della mappatura territoriale dei rischi occupazionali e dei danni da lavoro. Il sospetto che l’Allegato e le sue modalità applicative rappresentino in effetti uno strumento di controllo dell’operato del medico competente si sta facendo sempre più concreto, non mancando oggettivabili testimonianze in tal senso.

Durante la partecipazione al tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute per la definizione  dei contenuti degli Allegati 3A e 3B ai sensi dell’art. 40, comma 2-bis, avanzammo una serie di proposte concrete finalizzate a rendere coerente il sistema di raccolta e di trasmissione dei dati con le finalità epidemiologiche dichiarate e a cui rimandiamo consultando i relativi documenti (vedi articolo Ambientesicurezza.ilsole24ore – 26 ottobre 2010). Nel corso della discussione abbiamo manifestato in varie occasioni le nostre perplessità sul nuovo modello che andava definendosi non discostandosi sostanzialmente dalla versione del 2009 e senza tenere in adeguata considerazione le proposte delle associazioni scientifiche.

Com’è nel nostro stile abbiamo partecipato, siamo qui anche oggi,  con un atteggiamento costruttivo, sottolineando però che l’andamento della discussione in atto anche su questo tavolo tecnico non ci sta assolutamente soddisfacendo. Il fatto che sia stata esclusa fin dall’inizio la possibilità di affrontare i nodi della questione e cioè obiettivi, struttura e contenuti dell’allegato, modalità di gestione dei dati, abrogazione della sanzione, privilegiando unicamente le problematiche informatiche della piattaforma per la trasmissione dei dati, è stato per noi non solo l’ennesima dimostrazione di una scarsa attenzione all’ottimizzazione delle risorse (per migliorare la piattaforma bastava chiedere alle associazioni di inviare il “cahier de doleance”, cosa che peraltro ANMA ha fatto autonomamente e diligentemente), ma anche e soprattutto la cartina di tornasole  dell’effettivo scopo del tavolo e dell’allegato 3B.

Se non saranno chiariti e condivisi gli obiettivi della trasmissione dei dati, quale premessa indispensabile sia per fugare le ambiguità che tuttora permangono, sia per definire la struttura ed i contenuti dell’allegato, se non sarà dichiarato e condiviso tutto il processo che si sviluppa attorno alla piattaforma (a chi vanno i dati, chi li legge, chi li elabora, con quali finalità), se non sarà affrontato il tema dell’abrogazione dell’aberrante sanzione, tutti i dubbi e le perplessità che accompagnano sin dal suo esordio questa operazione dagli elevati costi e dai dubbi benefici, continueranno a rimanere sul tappeto senza intravedere spiragli di consenso da parte dei medici competenti e per i quali l’articolo 40 resta soltanto un ulteriore inutile appesantimento di un’attività già fortemente burocratizzata e, lo ripetiamo, un subdolo strumento di controllo.  Poniamo ancora una volta la questione dell’orientamento che vuole prendere questo tavolo e cioè se intende finalmente affrontare e discutere gli aspetti sostanziali precedentemente indicati, anche se temiamo che il tempo sia scaduto considerando che dalla convocazione del settembre 2013 nulla si è poi mosso e ci chiediamo che senso abbia continuare a partecipare ad un tavolo che non risponde agli obiettivi che sono stati dichiarati.

Milano, 22 febbraio 2014

 

Il Consiglio Direttivo ANMA