NOTA ANMA SEZ. VENETO SULLE “INDICAZIONI” DELLA REGIONE VENETO

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  Pubblichiamo la nota redatta dalla Sezione Regionale ANMA Veneto in merito alle “Indicazioni operative la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari”emanate in data 12 marzo u.s. dalla Regione Veneto.

In allegato in formato pdf la nota inviata alla Regione, nonché gli allegati richiamati nella stessa.

 

  Abbiamo ricevuto proprio ora notizia che la Regione ha effettivamente modificato le proprie “indicazioni” nella direzione da noi auspicata.

Eravamo certi della serietà delle Istituzioni e siamo lieti delle modifiche intercorse, augurandoci che anche altre Regioni possano seguire la linea prudenziale indicata anche da ANMA.

 

Padova, 12 marzo 2020

 Al Presidente della Regione Veneto

preg.mo Luca Zaia

OGGETTO: INDICAZIONI OPERATIVE PER LA TUTELA DELLA SALUTE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO NON SANITARI

 

  Preg.mo Presidente Zaia, stiamo apprezzando tutti gli sforzi e le azioni che la nostra Regione sta mettendo in campo per il contrasto dell’epidemia COVID 19.

La situazione è eccezionale e la dichiarazione di Pandemia da parte dell’OMS e l’ultimo DPCM del 12 marzo 2019 la evidenziano in tutta la sua drammaticità.

  In premessa occorre rilevare che da tutte le Autorità di Governo e Sanitarie è stato chiesto di abolire i contatti sociali o quantomeno ridurli al minimo, per questo è stato suggerito di adottare forme di lavoro a distanza o comunque la riorganizzazione del lavoro al fine di ridurre il più possibile il numero di lavoratori presenti contemporaneamente nello stesso luogo.

  La scrivente Associazione Nazionale Medici d’Azienda e Competenti – ANMA fin dal 24 febbraio, nei primi giorni in cui si evidenziava che la situazione italiana di contagi del COVID19 poteva evolvere in epidemia, ha diramato un comunicato in cui si suggeriva ai Medici Competenti di privilegiare il supporto alle Aziende nella gestione degli interventi di prevenzione rispetto all’attività di Sorveglianza Sanitaria, ritenuta procrastinabile.

Come Medici Competenti siamo consapevoli di operare in situazioni che, per logistica, per organizzazione e per diversità di contesti quotidianamente variabili, non sono assimilabili ad ambienti sanitari di tipo ospedaliero.

Siamo altresì consapevoli che la visita medica rappresenta un obbligo di legge certamente ineludibile ma non impossibile da differire per il tempo necessario.

Infine, siamo consapevoli che definire il rischio di contagio (e per il Medico e per il lavoratore) derivante dal “momento” della visita medica quantomeno potenziale è condiviso dalle massime autorità di settore e da vari Enti (vedasi raccomandazioni dello stesso Ministero della Salute, Ordinanze Regionali, FNOMCeO, INPS, etc.), ed oltretutto tale rischio non è legato al mancato rispetto delle elementari misure di prevenzione.

  La nota della Regione Veneto richiamata in oggetto, “Indicazioni operative la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari” datata 12 marzo u.s., lodevole ed ineccepibile nella sua gran parte, ci sembra però che nelle indicazioni per il Medico Competente non colga la gravità del momento.

Affermare che la sospensione della Sorveglianza Sanitaria non sia giustificata “a nessun titolo” appare a dir poco una forzatura, nel quadro emergenziale richiamato dallo stesso documento.

È inoltre una affermazione contraddittoria, visto che più oltre nel testo si ammette che non vengano effettuate le visite periodiche in scadenza o scadute per i lavoratori “non effettivamente in servizio”, e neppure in non meglio precisati “casi selezionati” delegati alla “coscienza e responsabilità” del singolo Medico Competente, addirittura “in accordo con il lavoratore”. Anche il riferimento agli obblighi normativi appare poco pertinente considerata la situazione emergenziale, e del resto lo stesso documento ammette la deroga agli obblighi di legge per la formazione dei lavoratori, e questo proprio per l’emergenza in corso qualificata come “forza maggiore”.

L’impressione è che la Regione ritenga ragionevole il differimento delle visite a causa dell’emergenza, ma non voglia assumere una posizione chiara preferendo scaricare sul Medico Competente l’onere della scelta.

  Questa impostazione appare in controtendenza a quanto la realtà, e per la verità anche diverse ordinanze di altre Regioni e Province Autonome, stanno indicando.

Non ci sfugge che pure molti Colleghi Medici Competenti, con varie motivazioni, ritengono di dover continuare nell’attività usuale di Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori.

Riporto uno stralcio di e-mail ricevuta da una Collega, la Dott.ssa Susanna Cantoni, Presidente Nazionale della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione – già Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Milano:

Probabilmente molti Medici non si sono ancora resi conto pienamente della situazione ormai gestibile solo con l’isolamento sociale.

Tamponi, ricerca dei contatti e quindi isolamento selettivo oramai impossibili.

Sono sospese le visite ambulatoriali, chiusi i ricoveri non indispensabili, chiusi interi reparti ospedalieri, le terapie intensive sono prossime alla saturazione, si discute di sospendere i trasporti e non si sospendono le visite periodiche non necessarie? e si discute da legulei? ”.

  Invitiamo la Regione Veneto a rivedere il Documento emanato ieri nella parte dedicata al Medico Competente, dando riconoscimento istituzionale alla necessità di ridurre i contatti e senza introdurre in capo al Medico ulteriori e artificiosi adempimenti e senza esporre sia il Medico sia i lavoratori ad un aumento del rischio di contagio.

Alleghiamo a sostegno della nostra richiesta il recentissimo documento di CIIP che condividiamo integralmente.

Infine alleghiamo una nota della Presidenza di FNOMCeO inviata al Governo.

Ringrazio per la cortese attenzione e rimango disponibile ad ogni ulteriore chiarimento e collaborazione.

Dott. Pietro Antonio Patanè

Segretario Regionale ANMA Veneto

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