La condizione attuale e le attese del Medico Competente ANMA: risultati della seconda indagine

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Dopo la prima indagine conoscitiva svolta dall’ANMA nel 2012, a distanza di 5 anni abbiamo fatto una seconda indagine. Mettiamo a confronto e analizziamo i risultati emersi del lavoro svolto.
Facciamo le dovute considerazioni e ne traiamo le conclusioni.

Premessa e scopo

Nel 2012 l’ANMA, con la preziosa collaborazione del Prof. Mario Del Vecchio di Cergas-Bocconi di Milano, ha avviato la prima indagine conoscitiva realizzata in Italia sulla condizione del Medico competente. Il risultato dell’indagine è stato presentato nel corso del 25° Congresso Nazionale tenutosi a Milano nello stesso anno e in successivi eventi formativi.

A distanza di 5 anni ANMA ha ritenuto interessante avviare fra i propri Soci un secondo sondaggio per comparare il risultato dell’indagine del 2012 e di altre indagini condotte nel frattempo da altri enti (il progetto Insula di INAIL e l’indagine di Simlii).

Il risultato della nostra seconda indagine è stato illustrato al nostro 30° Congresso nazionale tenutosi a Napoli nel giugno u.s.

In questa sede si riprendono alcuni passi di quanto presentato e discusso a Napoli. Lo scopo del questionario è stato quello di:

1) mappare la realtà operativa dei MC associati ANMA e
2) acquisire dati per meglio comprendere istanze e priorità dei nostri colleghi e di conseguenza orientare le scelte culturali e politiche dell’associazione.

Materiali e metodi

La ricerca è stata condotta tramite questionario, strutturato in 6 sezioni per un totale di 18 domande.

  • La prima sezione ha raccolto i DATI ANAGRAFICI dei partecipanti all’indagine;
  • la seconda sezione ha esaminato con 3 domande a risposta semplice gli aspetti relativi alla FORMAZIONE PROFESSIONALE;
  • la terza sezione, composta da 5 domande a risposta semplice, ha indagato alcuni aspetti relativi all’ATTIVITA LAVORATIVA ATTUALE E LA DIMENSIONE ORGANIZZATIVA;
  • la quarta sezione ha preso in considerazione il RAPPORTO CON ANMA ED ALTRE ASSOCIAZIONI/ SOCIETA’ del settore (4 domande con possibili più risposte;
  • nella quinta sezione si è indagato sullo STATO NORMATIVO ATTUALE E LE RECENTI PROPOSTE con 3 domande a risposta semplice;
  • infine è stato esaminato lo STATO ATTUALE DEL NOSTRO MESTIERE e le sue POSSIBILI EVOLUZIONI con 2 domande con 1 risposta per 4 affermazioni possibili.

Sono stati distribuiti 450 questionari con un ritorno di 426.

Il questionario è stato previamente illustrato e quindi compilato e raccolto nel corso degli Eventi formativi residenziali di ANMA nel periodo febbraio-aprile 2017. I dati sono stati inseriti in un software appositamente predisposto e sono stati successivamente elaborati con la consulenza di un docente di statistica dell’Università di Padova. Dodici sono le Sezioni regionali rappresentate: Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia.

Commento ai risultati

Riprendiamo in questa sede alcuni aspetti che ci sembrano maggiormente rilevanti, commentando sinteticamente quanto emerso dalle varie sezioni del questionario.

A) Quadro generale: la realtà dei medici competenti

Il campione esaminato evidenzia che la nostra categoria di medici competenti sta “invecchiando e anche velocemente”. L’età media del campione esaminato è di 59,2 anni; solo il 6% ha meno di 40 anni (26 colleghi). Appare evidente lo scarso ricambio generazionale, sicuramente favorito dal limitato numero di posti nelle scuole di specialità. Questo riscontro è in linea con quanto da noi osservato nella precedente ricerca e conferma il trend osservato nel progetto Insula.

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B) Le motivazioni che hanno spinto a fare il MC.

Rispetto all’indagine di alcuni anni fa le motivazioni di facilità di lavoro e di guadagno retrocedono, probabilmente anche a causa delle mutate condizioni sociali ed economiche.

L’interesse del contenuto professionale e la rilevanza sociale della nostra professione rimane la motivazione prevalente, seguita dalla possibilità di svolgere un’attività che permette di incontrarsi e confrontarsi con altre figure professionali significative. Sono motivazioni ‘nobili’ ed esprimono una consapevolezza diversa non solo dell’inizio ma anche dell’oggi e, a nostro avviso, sono frutto del percorso di qualità che il MC ha fatto in questi anni. La permanenza della motivazione del contenuto, in particolare, ci sembra necessaria per tutte le fasce generazionali al fine di sostenere questa sfida della qualità del medico competente negli anni venturi. Interessante la rilevanza della motivazione dell’incontro con figure significative della nostra professione: ANMA è stata da sempre occasione e volano per conoscere varie modalità con cui viene interpretata la professione.

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C) La formazione professionale.

Il 58% preferisce la formazione residenziale (RES) ed ha soddisfatto con tale modalità oltre il 70% dell’obbligo di crediti. L’indagine conferma il fatto che Il 54,8% ha scelto l’ANMA come provider per il conseguimento dei crediti.

Questa evidenza anticipa un tema successivo: l’offerta formativa di ANMA costituisce una delle leve più importanti per la decisone di associarsi. In una domanda successiva emerge infatti che il 90% si è iscritto ad ANMA perché soddisfa i bisogni formativi e alla domanda “cosa chiede” la riposta è di continuare a fare quello che sta facendo come richiesta prioritaria (30%).

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D) Costi per l’aggiornamento.

La cifra investita in formazione per ogni professionista è supera in media i 500 euro/anno, cifra a cui bisogna aggiungere il costo rappresentato dal mancato guadagno; un importo dunque significativo, considerato che la nostra disciplina non può contare su appoggi da parte di stakeholder e da contributi da parte della pubblica amministrazione. Per gli iscritti ad ANMA, l’associazione rappresenta il provider di riferimento rispetto ad altre associazione o enti, spesso con una consuetudine di vari anni.

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E) L’organizzazione di lavoro e gli aspetti logistici.

Il MC esegue spesso gli accertamenti diagnostici in prima persona, solo il 14 % si serve di altre risorse per l’espletamento di questi. Emerge una figura di professionista che non ha paura di rimboccarsi le maniche, flessibile per le esigenze aziendali, lasciando il doppio petto per altre occasioni. Questo aspetto di medico lavoratore è rafforzato dall’analisi dei Km/anno percorsi in auto: il 40% ne percorre oltre 20.000.

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Il corrispettivo per prestazione è la forma contrattuale adottata dalla maggior parte degli intervistati (52%) e costituendo circa il 70% del reddito del professionista. Solo 22% ha una forma contrattuale a tariffa oraria. Questo dato richiede una riflessione: il modello di professionista ‘inserito nel contesto aziendale’ non si concilia con il pagamento a prestazione; o quanto meno richiede almeno una forma mista in cui la consulenza sia maggiormente valorizzata, anche economicamente.

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F) L’appartenenza ad ANMA.

Il campione è costituito nella quasi totalità da iscritti ad ANMA, di questi il 30% è anche affiliato ad altre società, sia della disciplina di Medicina del Lavoro che di altre. L’offerta formativa, come dicevamo, costituisce la prima leva per associarsi ad ANMA. Ci piace però evidenziare la seconda motivazione espressa: “perché ANMA è composta da gente che la medicina del lavoro la fa davvero”; una buona percentuale si esprime “per la possibilità di incontrare colleghi di lavoro”.

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G) Richieste dei soci e prospettive associative.

Cosa chiedi ad ANMA per il futuro. La maggior parte (74%) chiede all’associazione che prosegua la funzione di tutelare la nostra figura, la dignità della professione e la qualità del nostro lavoro; si ribadisce dunque, il concetto che ANMA continui a fare quello che ha sempre fatto (in termini relativi questa risposta è quella che ottiene la prima preferenza). Ci sentiamo quindi provocati a rinforzare quegli aspetti fondanti della nostra Associazione (qualità, formazione, collaborazione professionale, solidarietà tra colleghi …) con la stessa tensione e serietà messa in campo in questi anni.

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H) La posizione sulle proposte di legge.

Non scontato ma sorprendente il risultato sulle 2 ipotesi di legge che hanno agitato in questi ultimi tempi i dibattiti dei medici competenti; la proposta Boccuzzi per lo status del medico competente e la più ‘consistente’ proposta Marano (Min. Salute) per le modifiche delle procedure di controllo in lavoratori con rischio verso terzi da assunzioni di alcol e droghe.

Proposta Boccuzzi: 73% contrari; i non contrari sono solo 20 colleghi (meno del 5%) che esprime la preferenza di essere dipendente dalla struttura pubblica; il 12% non saprebbe che rapporto avere con la struttura pubblica, mentre il restante 7% si è espresso per un regime convenzionato.

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Per la proposta Marano relativa al controllo dell’assunzione di alcol e droghe sul lavoro l’80% di risposte è favorevole a seguire una procedura operativa per attuare gli accertamenti e l’obbligo medico legale piuttosto e non procedere secondo una criterio discrezionale.

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I) Come vedi il ruolo del MC oggi.

Tutte le risposte si dichiarano d’accordo o molto d’accordo, in percentuali dal 61 al 73%, sul ruolo positivo del MC, valorizzando tutte le sfumature con cui questa positività si esprime. Non mancano senza enfatizzazioni gli elementi di preoccupazione legati ai contenuti professionali, alla percezione del ruolo e all’evoluzione dei processi produttivi.

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L) L’evoluzione del Medico Competente.

L’ultima sezione riguardante le piste di sviluppo del MC: l’indagine evidenzia attese più alte (oltre 83%) per l’ampliamento dei servizi in tema di promozione della salute che rimane, ad oggi, l’area di intervento più disattesa ma di cui si intuisce, appunto, la grande potenzialità. Il rafforzamento del legame con altre discipline mediche rappresenta la seconda esigenza individuata dai colleghi, seguita dal rafforzamento dei rapporti con le istituzioni e dall’utilizzo di nuove tecnologie. Si evince il bisogno del MC di ampliare il proprio raggio di azione e di rapporti, senza far venir meno quelli fondamentali, come il legame con l’Università.

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Conclusioni

L’indagine ha evidenziato una “condizione del Medico competente” stabile nel tempo, sia per gli aspetti positivi che per quelli critici. Infatti non si leggono sostanziali differenze rispetto ai risultati della prima indagine del 2012 ed anche rispetto al risultato della ricerca Insula dell’INAIL.

La nostra figura professionale sta invecchiando solo a causa delle limitazioni numeriche imposte alle scuole di specializzazione. Di conseguenza cresce anche, anno dopo anno, la media dell’anzianità lavorativa del medico competente che si attesta a quasi 24 anni. Siamo dunque professionisti “datati” ma costantemente animati da un forte legame con la nostra disciplina e con la nostra identità professionale, come dimostrano le risposte alle sezioni del questionario che hanno indagato questi aspetti.

La nostra è davvero una disciplina di grande interesse professionale; è una disciplina viva che si rinnova di continuo e in sintonia con l’innovazione tecnologica, con l’innovazione dell’organizzazione del lavoro, nel bene e nel male, con le sfide sociali.

L’ANMA ha visto fin dalla sua nascita l’opportunità di promuovere lo scambio di esperienze alla pari e su questo ha investito. Forse è questo il motivo per cui una quota di Medici competenti rimane legata all’Associazione e segue le sue iniziative di aggiornamento professionale per la loro concretezza ed aderenze alla realtà lavorativa che è un’arma per superare lo stallo normativo in cui ci troviamo e la carenza di sviluppi sistematici che la ricerca dovrebbe favorire.