D.Lgs. 151/2015. Tante sanzioni poca semplificazione.

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Il 24 settembre 2015 è entrato in vigore il D.Lgs. 151/2015 che attua la delega sulle semplificazioni in materia di lavoro prevista dalla legge n. 183/2014 (cosidetto jobs act) con ricadute sulla normativa per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Di seguito un  commento introduttivo del prof. Mario Gallo Professore a contratto di Diritto del lavoro nell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale .

In allegato, oltre al testo del Decreto, anche un articolo approfondito e la tabella riepilogativa delle principali modifiche al D.Lgs. 81/2008, sempre a cura del prof. Gallo, pubblicati sul Sole 24 ore – Guida al Lavoro.

Suggeriamo a tutti i soci  di dare notizia ai Datori di Lavoro circa gli importanti cambiamenti introdotti.

Il Consiglio Direttivo di Anma ringrazia il prof. Gallo e la  Redazione di Guida al Lavoro per la consueta professionalità e disponibilità verso la nostra Associazione.

Introduzione

Nel corso  degli ultimi anni una delle esigenze più avvertite dalle imprese e dai medici competenti in particolare è la semplificazione della miriade di adempimenti di ogni genere che, ormai, hanno reso la materia della salute e della sicurezza sul lavoro un’autentica “palude” dove si nascondono mille trappole e insidie di ogni tipo.

            A tutto ciò si aggiunge anche un altro aspetto di non minore importanza; la disciplina, infatti, si presenta sempre più difficile da maneggiare senza danno per effetto di norme sempre meno organiche e spesso concepite anche in modo pedestre da un legislatore che, invero, appare assolutamente incapace di semplificare questo quadro a tinte sempre più oscure.

Un esempio emblematico, in tal senso, è il D.Lgs. n.151/2015, che nell’attuare la delega sulle semplificazioni in materia di lavoro prevista dalla legge n. 183/2014 (cd. jobs act) dichiara in modo eccessivamente enfatizzato di  voler realizzare la “Razionalizzazione e semplificazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.

Si tratta, però, di una dichiarazione solo di facciata; le semplificazioni, infatti, hanno scarsa rilevanza pratica mentre al contrario viene introdotto un nuovo meccanismo sanzionatorio “per soglie” in materia di formazione e di visite mediche che rischia di alimentare nuovi contenziosi e che aumenta nuovamente gli importi delle pene pecuniarie a distanza di appena due anni dal D.L. n.76/2013 che aveva già decretato l’incremento generale di circa il dieci per cento.

Il tutto seguendo uno stile tipicamente italiano che sta generando un quadro normativo, oramai, ai limiti della schizzofrenia, e sempre meno comprensibile da parte dalle stesse autorità europee, vissuto quasi con rassegnazione dagli operatori come un “caos calmo”.

 

Mario Gallo

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