ANMA, nel silenzio – rispetto all’assordante diluvio di notizie, informative e documenti ufficiali e meno ufficiali – sta concludendo la stesura di uno strumento operativo al fine di svolgere in modo professionalmente corretto e al meglio delle attuali conoscenze scientifiche e tecniche il proprio ruolo ed i propri compiti in questa fase eccezionale della vita sociale e lavorativa.
È stato ripetutamente e da più fonti affermato che il MC è chiamato ad inserirsi attivamente nel processo della c.d. fase 2, collaborando nella definizione di ogni elemento di carattere procedurale, organizzativo e tecnologico che ogni Organizzazione intende progettare – in funzione delle proprie caratteristiche – e successivamente attuare, in ottemperanza al Protocollo condiviso. Il contributo – insostituibile – del MC è fornire una valutazione razionale in merito a “se e quando un lavoratore, che ha un proprio profilo di rischio per il contagio da SARS-CoV-2 legato alle sue caratteristiche individuali, può riprendere il lavoro in ragionevole sicurezza nella specifica propria situazione lavorativa che, a sua volta, ha un proprio profilo di rischio sempre per quanto attiene la possibilità di contagio dal virus in questione”. In altre parole, il MC si trova ad elaborare un profilo di rischio che non ha alcuna attinenza con quello “classico” già definito per i rischi lavorativi.
Obiettivo del Vademecum del MC per accompagnare il lavoratore al rientro al lavoro è quindi valutare la compatibilità del rientro al lavoro del cittadino-lavoratore, che deve essere al centro del sistema. Il rischio da prendere in considerazione, lo ribadiamo una volta ancora, è quello inerente alla possibilità del contagio, pesando alcuni items per ottenere i dati per indicare alla persona se possa tornare – o stare, nel caso delle attività mai interrotte – al lavoro.
Gli indicatori utili sono stati identificati in:
condizione territoriale e ambientale in cui vive la persona;
condizioni per raggiungere il luogo di lavoro;
condizioni di sicurezza sul lavoro;
caratteristiche della persona;
che, incrociati con la situazione biologica e clinica del cittadino-lavoratore, genera l’indice di rischio per la singola persona.
Le conoscenze inerenti la epidemia COVID-19 sono in continuo aggiornamento, di conseguenza il Vademecum dovrà crescere attraverso la sua sperimentazione e il consolidamento dei riferimenti scientifici, evitando “fughe in avanti”, accogliendo con favore ogni indicazione utile di altre Associazioni scientifiche, professionali o tecniche, nonché – e soprattutto – il contributo di tutti i Soci e di chiunque ritenga di avere qualcosa di utile da offrire per migliorare il sistema di prevenzione; uno strumento in continuo aggiornamento.