Domanda:
Lavoro in un grosso supermercato come addetta al caricamento e ultimamente ho avuto un problema ad una spalla .Dopo i vari accertamenti mi è stata diagnosticata un'inizio di tendinite alla cuffia dei rotatori.Siccome ho fatto più di 60 giorni di malattia la ditta ha richiesto la visita del medico competente.E' questa una patologia che puo' determinare l'inidoneità alla mia mansione e quindi al licenziamento? Con i tempi che corrono sono preoccupata.Grazie
Risposta:
Idoneità alla mansione e lesione alla cuffia dei rotatori ( risponde il dott. G. Boschiroli – Anma Milano)
La Inidoneità alla mansione specifica può determinarsi per diversi fattori, per prima cosa dovuti alla patologia lamenat5ta dalla lavoratrice, alla sua gravità, alle limitazioni croniche che questa pone, ma anche ai rischi effettivi a cui la lavoratrice può è esposta in quanto adibita a quella mansione.
Dal punto di vista teorico non si può quindi escludere che la patologia lamentata dalla lavoratrice sia incompatibile con l’attività prevista dalla mansione “addetta al caricamento”: dipende dalla valutazione di rischio inerente la movimentazione manuale dei carichi, i movimenti frequenti e ripetuti e le posture incongrue (scorrette, affaticanti) della spalla.
Una non idoneità totale è comunque evento piuttosto raro; se sono presenti i rischi di cui sopra in genere il medico competente esprime un giudizio di idoneità con limitazioni o prescrizioni, che significa che la lavoratrice può essere impiegata nella mansione a cui è addetta, ma che non può svolgere alcuni compiti (come per esempio il sollevamento di carichi di una certa entità, alcuni movimenti, ecc).
Il datore di lavoro è tenuto ad osservare le indicazioni del medico competente.
Il licenziamento è quindi solo teoricamente possibile nel caso di Inidoneità totale e permanente, ma in questo caso il datore di lavoro deve dimostrare che non esistono in azienda altre mansioni compatibili con le condizioni di salute della lavoratrice. L’articolo 42 comma 1 del D.Lgs. 81/08 infatti dice:
“Il datore di lavoro … attua le misure indicate dal medico competente e qualora le stesse prevedano un’inidoneità alla mansione specifica adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni equivalenti o, in difetto, a mansioni inferiori garantendo il trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza”.
La possibilità di licenziamento dipende quindi anche da come è organizzato il supermercato, quanto è grande, quali effettive possibilità di lavoro sono presenti.
Come vede, ogni singolo caso va approfondito per le sue reali condizioni specifiche, per verificare l’effettiva applicabilità delle considerazioni teoriche di cui sopra.
Tenga conto comunque che avverso il giudizio espresso dal medico competente il lavoratore può fare ricorso al servizio ASL territorialmente competente, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione scritta del giudizio stesso.
Il medico competente dovrà inoltre valutare se la patologia lamentata dalla lavoratrice non sia di origine professionale, con una attenta analisi delle condizioni di rischio a cui la lavoratrice è stata esposta; in caso affermativo dovrà effettuare la specifica denuncia di malattia professionale e consegnare alla lavoratrice il relativo certificato, con il quale aprire attraverso il datore di alvoro la pratica INAIL. In questo caso il licenziamento è molto più difficile sino a divenire praticamente impraticabile.