Fibrillazione atriale e idoneità alla mansione

Domanda:

Idoneità alla mansione specifica e fibrillazione atriale cronica Lavoratore di 40 anni, svolgente mansione di lattoniere, già sottoposto a 5 defibrillazioni elettriche. Nell'ultima visita periodica riscontro recidiva di fibrillazione atriale, il cardiologo consultato ha deciso di cronicizzare la fibrillazione atriale e mettere in TAO il lavoratore. Richiesto un parere al cardiologo sull'idoneità specifica alla mansione ho ricevuto questa certificazione scritta: "...........per quanto riguarda il lavoro non esistono elementi che possano scientificamente predire eventi avversi di rilievo..." Come mi comporto?

Risposta:

Il problema della fibrillazione atriale è abbastanza diffuso e di non facile affronto per il medico competente. Gli elementi di rischio sono legati  a quelle mansioni/compiti che richiedano importante carico di lavoro (aumento di frequenza cardiaca) o che possano costituire un pericolo in caso di sincope (lavori in quota, situazione ambientale ad elevato rischio infortunistico). Senza dimenticare le problematiche legate alla eventuale scoagulazione e quindi correlabili al rischio emorragico da eventuali traumi. Quindi sicuramente occhi aperti su alcune situazioni lavorative.

Una patologia con diversi quadri e con diversi approcci terapeutici (l’ablazione è stata tentata? era necessario il cumadin o poteva essere sufficiente un ASA, sono state considerate, anche dal MC le cause secondaria di FA?  (ipertensione – quindi holter pressorio, distiroidismi, valvulopatie). E’ buona norma che il giudizio sia sempre ‘confortato’ dallo specialista cardiologo di riferimento del lavoratore o nel dubbio da un nostro specialista di riferimento.